La situazione di emergenza che stiamo vivendo ha rapidamente e senza alcun preavviso modificato la nostra quotidianità, costringendoci a casa in tempi molto brevi, interrompendo le consuetudini legate al lavoro, la scuola, le attività sportive, le relazioni sociali e di svago, lo stacco occasionale nel weekend, stravolgendo il nostro stile di vita. L’isolamento in casa è una esperienza a cui non si è abituati e può generare disagio, come irritabilità, ansia, irrequietezza, pensieri negativi generati anche dalla situazione di incertezza rispetto alle numerose informazioni che ci raggiungono o che attivamente cerchiamo per fronteggiare il senso di impotenza che può sopraggiungere. A questo scenario si aggiunge la preoccupazione per la salute propria, dei propri cari oltre che le incognite economiche che possono derivare per alcuni dalla brusca interruzione della attività professionale. Gli operatori sanitari, le forze dell’ordine e i soccorritori a loro volta sono sottoposti a forte tensione per fronteggiare questa pandemia che ha modificato le procedure a cui erano abituati fino a metà febbraio.  Per affrontare la tensione a cui siamo sottoposti il nostro cervello elabora una strategia che, in genere, con la risoluzione della emergenza rientra, mentre in altri casi, a distanza di tempo, l’ansia e l’angoscia non diminuiscono per cui si rivivono le stesse emozioni provate rispetto alla sensazione di pericolo ed esposizione. Questa condizione si chiama Disturbo da stress post-traumatico. E’ allora indicato rivolgersi a specialisti e la terapia EMDR rappresenta l’approccio maggiormente studiato, evidence based che, con i movimenti oculari, e  altre tecniche, dopo l’individuazione del/ dei ricordi disturbanti/ sensazioni, supporta nel superamento del disagio provato.

Come in ogni avversità possiamo individuare delle opportunità  per creare un rinnovato contatto con noi stessi e con le persone care conviventi, anche se non sempre sentiamo di stare in modo equilibrato e soddisfacente nelle relazioni. Cosa possiamo fare attivamente?replica tag heuer

  •  Se si è in coppia, è utile ritagliarsi momenti individuali per decantare da aggiungere ad attività che si possono fare insieme. E’ una occasione per riscoprire passioni e interessi condivisi
  • Non alimentare la tensione e ascoltare anche le esigenze degli altri,replica orologi alla luce della costrizione domestica. L’ascolto attento dell’altro è importante sempre per comprendere una prospettiva alternativa alla propria
  • La vicinanza fisica, la dimostrazione di affetto come la sessualità creano intimità e generano in noi sensazioni di piacere (se il rapporto non è troppo conflittuale, naturalmente)
  • Esprimere come ci si sente e ascoltare gli altri ci aiuta anche a capire meglio noi stessi, oltre che essere un modo per condividere
  • Manteniamo contatti frequenti con amici e parenti attraverso video-chiamate
  • Informiamoci consultando fonti accreditate una o due volta al giorno

Con i figli

  1. Se i figli sono adolescenti ascoltiamo, osserviamo come genitori e cerchiamo, senza forzare, di capire come si sente nostra figlia o nostro figlio
  2. Individuiamo attività da fare insieme e stimoliamo, senza forzare a cercare attività piacevoli in autonomia
  3. Esercizi di respirazione e rilassamento, yoga sono indicate in generale per centrarsi e ristabilire un equilibrio
  4. Accettiamo silenzi, momenti di ritiro e privacy di cui tutti in questo momento possiamo sentire l’esigenza
  5. L’attività fisica aiuta grandi e piccini per scaricare, farci tornare il buon umore e stancarci, facendoci alzare dal divano o dalla continua esposizione a divaces come computer, tablet o smartphone

Con i bambini

  1. Cerchiamo di mantenere le abitudini e scandire la giornata con attività dedicate allo studio, allo svago, alla attività fisica. I bambini hanno bisogno di ritmi quotidiani regolari
  2. Raccontiamo la verità e spieghiamo in modo comprensibile cosa sta succedendo anche parlando della incertezza che tutti stiamo vivendo
  3. Non mentiamo ai bambini per alleviare la loro noia o tristezza
  4. Trasmettiamo affetto e sicurezza
  5. Se siamo tristi e stanchi spieghiamo come ci sentiamo cercando di evitare di scattare in modo improvviso e facendo comprendere anche ai più piccoli che è normale sentire irrequietezza, rabbia o, alle volte, tristezza
  6. Troviamo e manteniamo attività piacevoli parlando di cose divertenti, attività da fare, stimolando affettuosamente interessi
  7. Facciamo attività fisica insieme in modo giocoso

 

Immagine Giovanna Canziani

Bibliografia

APA, Emergency Resources
http://www.apa.org/international/resources/networks/emergency-resources.aspx/
Centre for Research on the Epidemiology of Disasters
http://www.cred.be/
CERT
http://www.cert-la.com/manuals/IG-CERT-Unit7Rev2.pdf
IMPACT
http://www.impact-kenniscentrum.nl/en/actueel
Institute of Peace and Conflict Studies
http://www.ipcs.org/
National Center for Posttraumatic Stress Disorder (PTSD)
http://www.ptsd.va.gov/index.asp/
Social Psychology Network
http://www.socialpsychology.org/develop.htm/
(sito dedicato a tematiche di psicologia sociale e con numerosi link a società
scientifiche)
The American Institute of Stress

Newhome


The National Child Traumatic Stress Network
http://www.nctsnet.org/
http://progetti.unicatt.it/psicologia_emergenza/
Psicologia dell’emergenza e della sicurezza
http://emergenze.psice.unibo.it/
OPP, Osservatorio psicologi parmensi
http://www.opp-psi.it/
Portale italiano di Psicotraumatologia e Psicoterapia
http://www.psicotraumatologia.com/