Crescere è energia e forza motivante in sè già alla nascita e, attraverso la relazione con le figure che ci accudiscono interagenti con l’ambiente per renderlo accogliente e idoneo alle esigenze del “piccolo” o della “piccola”, si ha una progressiva organizzazione della personalità, fino ad arrivare ad un senso di identità e consapevolezza di sè come bambini, ragazze, adulti.

Per progredire verso uno stato di indipendenza abbiamo bisogno di una sorta di “scorta” di ricordi di cure, affetti, esperienze e sviluppo di un senso di fiducia nell’ambiente che ci circonda. Il contenimento che i genitori garantiscono sostiene il bambino e la bambina nella relazione e approcciarsi ai figli/e considerandoli persone che evolvono, consente loro in un contesto di sicurezza di lasciarsi andare perchè si possa sviluppare internamente uno spazio per la solitudine, il rilassamento, l’essere se stessi, concedendosi poi, in seguito uno spazio destinato alla creatività, al fare, alla attività non finalizzata e libera da stimoli esterni che sembrano costringere alla reazione.

L’autoefficacia, secondo A. Bandura, consiste nella fiducia circa le proprie capacità di organizzarsi per raggiungere un obiettivo.replicas de relojes Se abbiamo poca fiducia nelle nostre capacità, ci si prefigge step più limitati, si investe minor energia nel processo e si proverà forte stress rispetto all’impegno preso. L’autoefficacia si riflette su tutti gli ambiti della nostra vita, perchè alla base del modo con cui ci approcciamo al lavoro, alle relazioni, agli affetti. La motivazione ad agire risulta scarsa e gli sforzi che si è disposti a compiere sono limitati, invalidando la possibilità di progredire, superando ostacoli e, quindi, di apportare dei cambiamenti. Di fronte agli esiti negativi si attribuisce alle caratteristiche personali la responsabilità. Persone con alto senso di autoefficacia si assumono responsabilità e affrontano compiti più difficili perchè concepiscono queste esperienze come sfide e non come minacce da evitare, attribuiscono gli insuccessi alla propria mancanza di impegno, recuperando più velocemente rispetto ad esiti negativi. Affrontano con fiducia gli ostacoli e questo consente loro di investire maggiore energia in quello che stanno facendo.

Quali possono essere nella relazione tra genitori e figli e nella crescita i fattori che favoriscono questi ingredienti per acquisire/ sviluppare energia e investire su se stessi?

Affrontare le situazioni difficili considerandole da altre prospettive, insegnando a ricercare strategie alternative, per sviluppare resilienza che significa la capacità di affrontare e uscire più attrezzati da esperienze avverse.

Ricordare episodi che nonostante le premesse hanno avuto un risvolto divertente, piacevole per rinforzare l‘autostima.

Essere autentici e sinceri, lodando quando è opportuno, accettando anche i propri sentimenti di qualsiasi tinta siano oltre a quelli dei bambini e delle bambine, promuovendo la tenacia e la perseveranza nell’impegno. L’importante è il processo che si vive nel qui e ora. Se si è sinceri nel lodare anche i piccoli sviluppano autostima perchè sentono la rispondenza tra ciò che diciamo e i dati di realtà.

Lasciare giocare liberamente perchè il gioco è sperimentazione, è confronto con se stessi e gli altri pari e, attraverso di esso, si sviluppa l’immaginazione e si acquisiscono competenze.

Creare un clima di positività e collaborazione, gestendo tensioni e conflitti tra gli adulti derivanti dalla quotidianità che non vengono comprese dai bambini anche se vissute profondamente, per preservare sempre l’opzione della serenità anche nelle difficoltà.

Puntare sull’autorevolezza e non sulla punizione, per quanto più istintiva e immediata. Proporre un atteggiamento fermo, spiegando le ragioni, esplicitando in modo chiaro e comprensibile le regole motivandole. Le bambine e i bambini comprendono il senso delle cose se vengono utilizzate parole adeguate e esempi comprensibili. Se c’è affetto e rispetto anche nei momenti di conflitto si possono stemperare tensioni e giungere ad obiettivi condivisi.

Dare un nome alle emozioni, capire insieme cosa succede, ragionare su episodi nella relazione con gli amici e le amiche, accompagnare nel vivere serenamente, con naturalezza tutte le emozioni che come segnali interni ci orientano senza troppo soffermarci, accettandole e senza sminuirle.

Bibliografia
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A. Bandura Il senso di autoefficacia Erikson 2000

M.Davis D.C. Wallbridge Introduzione all’opera di D.W. Winnicott, Martinelli 1994

M.Montessori La scoperta del bambino, Garzanti 1999

Foto
Giovanna Canziani